lunedì 13 dicembre 2010

Soul Pains spaccano al Teatro Morelli










Una grande serata live per il soul d’autore ieri a Cosenza. Il Teatro Morelli in una suggestiva cornice musicale ha ospitato due grandi band. Amy Coleman, la grande interprete newyorkese accompagnata dai Texaco Jive, è tornata in città e questa già di suo è una notizia. La band capitanata da Riccardo Guido ha proposto il suo nervoso e solido repertorio rock and blues. Con brani dei Beatles, Janis Joplin e Wilson Pickett.

Ma la vera sorpresa della serata sono stati i Soul Pains, band di soul, northern soul e rocksteady dal nutrito organico che comprende una sezione fiati composta da sax e tromba, tastiere, due chitarre, basso, batteria e coriste. Questo granitico combo è guidato, con grinta e notevole presenza scenica, da Mattia Tenuta aka Mr T. La band suona brani propri e qualche cover e lo fa con grande gusto e stile. La vera forza è data dal sound pieno e caldo dell’ insieme. E non è semplice far convivere tanti elementi senza perdere quel senso nervoso e sanguigno che contraddistingue questo genere musicale. I ragazzi c’hanno messo il cuore per allestire questa musica e questi arrangiamenti, quasi mai noiosi o ingessati.

Ci sembra di sentire la versione calabrese dei Commitments, e per chi come me è cresciuto a pane, Marvin Gaye e Van Morrison è davvero una bella sorpresa scoprire nella propria città una band coinvolgente come i Soul Pains. Un momento su tutti la cover di I heard it through the grapevine, dove Mattia e la sua band hanno dimostrato tutte le loro potenzialità. Teniamolo d’occhio questo gruppo perché ne risentiremo parlare!

giovedì 5 agosto 2010

domenica 16 maggio 2010

Bob Dylan Photo - 1975/76



Splendida foto antichizzata del periodo 75/76. Con l'embrione della Rolling Thunder Revue, durante un'esibizione di Simple Twist Of Fate.

Nel ritratto John Hammond, Dylan, Scarlet Rivera e Rob Stoner

giovedì 1 aprile 2010

Jimmy Lafave - Austin Skyline



Jimmy Lafave, classe 1955 è sicuramente uno dei migliori interpreti del catalogo dylaniano degli ultimi tempi. Scrivo questo breve articolo dopo aver ascoltato in una notte senza tregua la sua bella versione di Not Dark Yet, presente nella colonna sonora del fortunato telefilm Californication, interpretato dall'ex agente Fox Mulder, David Duchovny, giunto ormai alla terza stagione.
Il Texas come viatico per le molte strade del country, del folk rock e della roots music. Lafave, ha realizzato una dozzina di dischi, tutti di ottima levatura. Songwriter, interprete, chitarrista. Ispirato da J.J. Cale, Woody Guthrie, Chet Baker, Buddy Holly e Leon Russel, il suo stile secco e pungente. Ma a questa lista è giusto aggiungere anche Jackson Browne, Rod Stewart, per la voce, e Steve Forbert. Sterminata la riproposizione di brani dylaniani, da Shelter from the storm a Emotionally Yours, da Every grain of sand a Forever Young, da If not for you a Tonight I'll Be Staying Here With You, il nostro Jimmy non si stanca mai di riproporre il songbook dylaniano. Diciotto cover sparse tra i suoi dodici dischi.
Il suo ultimo lavoro in studio è Cimarron Manifesto del 2007 che contiene questa versione di Not Dark Yet.
Citiamo anche dischi come Austin Skyline (ispirato a Nashville Skyline), con una superba You're A Big Girl Now, Buffalo Return To The Plains con Sweetheart Like You, Road Novel con Buckets of rain e Blue Nightfall, che contiene una ipnotica e autografa When You Were Mine

lunedì 15 marzo 2010

Shelter From The Storm - Live In Osaka



Shelter From The Storm - Live In Osaka - Il Video - Una sensazionale esecuzione del classico dylaniano

domenica 14 marzo 2010

Riparte il tour - Dylan in Italia a giugno (?)



E' ripartito il tour di Bob Dylan. Un pò di sorprese e di incertezza sulle probabili date italiane. La prima data è stata Osaka, Giappone, dove farà quattordici show, per poi spostarsi in Corea del Sud, per un unico spettacolo. Cancellate le tappe in Cina. Si passa poi nell'Europa centro orientale con date in Romania, Bulgaria, Repubblica Slovacca, Repubblica Ceca, Macedonia, Serbia, Croazia e Austria.
Il 13 Giugno sarà a Ljubljana, Slovenia per poi ripartire il 4 Luglio a Limerick, Irlanda.

Insolito tour insomma, che stranamente non ha ancora confermato date in Italia, Spagna, Francia, Germania e U.K. Alcune fonti però danno per certa la presenza di Dylan a Parma e a Viareggio, che andrebbe a coprire il lungo periodo di break tra il 14 giugno e il 3 Luglio.

Bob Dylan come nell'ultimo tour sta eseguendo pochi pezzi alla chitarra e alcuni brani a centro palco, suonando l'armonica. Dell'ultimo disco in studio ha sinora eseguito Beyond Here Lies Nothin', I Feel A Change Comin' On e Jolene. Grande set list quella di ieri, 13 Marzo, con brani come The Man In Me, Love Sick, I Don't Believe You, Not Dark Yet, Ballad Of Hollis Brown e soprattutto una rara Shelter From The Storm (!) (che speriamo di poter sentire presto!)
La band con il ritorno di Charlie Sexton è tornata ad un sound pieno e convincente, e Dylan stesso, sembra nuovamente interessato a differenti soluzioni sonore. Sensazionale la resa di Ballad of a thin man ed una potente ed oscura Can't Wait

domenica 7 marzo 2010

Muleskinner Boys - Il Bluegrass Mediterraneo


Sono provenienti da Cosenza, I Muleskinner Boys, quartetto d'ispirazione statunitense che propone una contagiosa miscela di Blues, Country e Bluegrass molto interessante e godibile. Aldo D'Orrico, voce e chitarra, guida la band lungo le highway della libertà e degli ampi spazi sonori. Completano la formazione Mario D'Orrico, mandolino e seconda voce, Giuseppe Marino al basso e Giuseppe Romagno al dobro.

Il loro repertorio spazia dai brani più classici del bluegrass come “Mule Skinner Blues”, dal quale la band si è ispirata per la scelta del nome, a brani appartenenti al repertorio della musica scoto-irlandese, le cosiddette “fiddle tunes”, fino ad arrivare brani che tracciano le nuove frontiere del bluegrass, espressione di un’evoluzione del genere come la newgrass o la Dawg Music. Le esibizioni sono brillanti, energiche, costellate da assoli di chitarra e mandolino e di parti all’unisono. Propongono molti classici del genere, per arrivare a Neil Young, John Denver e Bob Dylan, di cui eseguono suggestive versioni di Man of constant sorrow, Tombstone blues e Girl from the north country.

sabato 13 febbraio 2010

Patrick Warren - Il pianista alla Casa Bianca



E' Patrick Warren il pianista che ha accompagnato Bob Dylan alla Casa Bianca, assieme a Tony Garnier. Proprio il bassista sembra essere il filo rosso che ha fatto da tramite fra Dylan e Warren.

Patrick Warren ha suonato fra gli altri con Tracy Chapman, Emmylou Harris, Joe Cocker, Rod Stewart, Tom Waits, Bruce Springsteen (Magic) e lo stesso Dylan, su Christmas in the heart, dove Warren suona il piano, l'organo e la celeste.

mercoledì 10 febbraio 2010

Bob Dylan - Live At The White House (2010)



"Venite senatori, membri del congresso per favore date importanza alla chiamata e non rimanete sulla porta non bloccate l'atrio perché quello che si ferirà sarà colui che ha cercato di impedire l'entrata c'è una battaglia fuori e sta infuriando. Presto scuoterà le vostre finestre e farà tremare i vostri muri perché i tempi stanno cambiando"

Questa straordinaria performance di Bob Dylan alla Casa Bianca, ci riporta con la mente agli anni sessanta, ai movimenti per i diritti civili, alla versione black che realizzò Nina Simone, ma anche alla versione demo del 1963 col pianoforte, reperibile su The Bootleg Series 1-3

Curiosamente il piano ricorda vagamente "Have a little faith in me" di John Hiatt.
Bob Dylan ha scritto un'altra importante pagina nella sua lunga carriera artistica.

Emozionante ed imperdibile!


venerdì 5 febbraio 2010

Recensioni dylaniane - Together Through Life



Bob Dylan è tornato ancora una volta, al suo meglio, come non faceva ormai da dodici anni. Questo nuovo lavoro è infatti la migliore produzione dylaniana dai tempi di Time out of mind (e Oh Mercy) “Forgetful Heart” è quello che si dice un brano epocale, uno dei migliori ruggiti del decennio da parte del cantautore statunitense. Un brano che convince sin dalla prima nota e dal primo verso, chi meglio di Dylan potrebbe cantare di questo Cuore smemorato, nessuno saprebbe essere così convincente oggi, tranne forse il miglior Tom Waits.


Dylan ha scoperto il gusto dell’auto citazione, e Forgtful Heart richiama con vigore alle passate incisioni di Time out of mind, Oh mercy e Modern Times. E lo fa con maggiore intensità e con un dono di sintesi espressiva e lirica che forse era mancata in Modern Times, prendiamo ad esempio il brano Ain ’t Talkin’ e sovrapponiamolo a questa Forgtful Heart: nove minuti contro i quasi quattro di Forgetful. Il banjo appalachiano di Herron, la fisarmonica zydeco di Hidalgo e la chitarra a saturazione valvolare di Campbell creano un connubio di nervi, sangue e sabbia, in bilico fra aria e fuoco. Prodotto da un quasi settantenne con mano grintosa e professionale, manco ne potesse dipendere il proprio sostentamento.

Solo “If you ever go to Houston” (che ricorda Midnight Special) annoia a tratti, coi suoi abbondanti cinque minuti, il resto è un capolavoro di sintesi, superiore a Love and Theft e paragonabile al solo Oh Mercy, per quanto riguarda la produzione negli ultimi vent’anni del Nostro. In questo disco si sentono echi da Desire, Pat Garrett & Billy The Kid, Time out of Mind…


La fisarmonica di Hidalgo e la chitarra di Campbell colorano panorami di sole e terra, come non si sentiva da tempo… C’è energia che non ti aspetti su All Good e Beyond Here lies Nothin’, e c’è grande vigore sonoro anche nella ballata di I Feel a change comin’on, ancora un’auto citazione proveniente forse dai mitici Basement tapes o da Planet Waves…


E' molto bello che Dylan riscopra con grande passione l’amore di questo strumento così legato alla tradizione della musica latina… i Calexico, che tanto bene avevano suonato le canzoni d Dylan sulla colonna sonora di I’ m not there, a pensarci
bene sembrava quasi una imbeccata al maestro quella ad opera di Todd Haynes & Company (non a caso nella colonna sonora c’era anche David Hidalgo coi suoi Los Lobos in una saporita riproposta zydeco di Billy #1, e gia presente anche in Masked and Anonymous) E’ musica di confine, fra il Messico e la redenzione… E non a caso si è parlato per questo disco della vicinanza fra Dylan e Willy DeVille… E ancora una volta ci troviamo do fronte a questa figura della porta: aperta, chiusa o immaginaria…


Uno dei momenti più convincenti del disco è It’s all good, dove energia, ironia e rinuncia confluiscono nel grande fiume dell’ispirazione dylaniana, mentre intorno
a lui i palazzi crollano e il pianto delle vedove si mescola al sangue degli orfani… Le svisate di basso in stile The Band ci accompagnano in uno dei brani più significativi dell’opera, quella I Feel a change comin’on, che ci fa ben sperare in un possibile seguito di questo lavoro.Ed un brano che speriamo di ascoltare presto anche in versione live…


Cambiano le cose, cambiano i suoni e tutto sembra diverso. Però poi un voce, familiare, comprensibile arriva nelle nostre case, macchine, Ipod e tutto il resto...
E’ il nuovo disco di Bob Dylan, e soprattutto e' la voce autentica dell'America che fu... La voce di una rara e devastata umanità che sembra vacillare, ma non cede di un millimetro... perché quella voce non può cantare la resa, e neppure il crepuscolo degli Eroi... e' la voce della Gente, e' la voce di una generazione che ancora non cede il passo alla sconfitta...


Come ha detto RJ Eskow “Oggi Dylan non fa musica, lui è la musica!” Come dice Roy Menarini a proposito di Gran Torino, c’è un filo sottile che unisce la letteratura di Cormac McCarthy, il cinema di Clint Eastwood e i dischi di Dylan, sono questi autori gli ultimi bardi della “mitografia” di una Nazione… I dischi della Sun Records e della Chess, Elvis e Muddy Waters, Memphis e Chicago, Otis Rush e All your love, Willie Dixon e I Just Want To Make Love To You, Sam Cooke e A change is gonna come; insomma sembra davvero che ci sia il sangue del Paese nella sua voce! Dylan canta con la consapevolezza del sopravvissuto, al proprio mito, all’America dei Faulkner e dei Twain, di Melville e di Masters, è lui probabilmente l’ultimo discendente di una stirpe ormai estinta di cantastorie...

David Hidalgo suona frasi di fisarmonica a mezza strada fra i trilli d’organo di Al Kooper e la senile e sontuosa mano di Auggie Meyers… ma non è solo la fisarmonica l’arma vincente di questo disco, le chitarre trattenute e distorte ad opera di Mike Campbell, sono cuciture di cuoio essenziali nel loro ricamo avvolgente…

La seconda metà del disco si avvicina lentamente a pagine passate più elettriche e aggressive: c’è una maggiore presenza della chitarra elettrica e alla fisarmonica si sostituisce lentamente un violino country (in “This dream of you”) che non può che richiamare alla mente l’intensissimo e danzante “Desire” del ’76 (e in particolare Romance in Durango) ma anche le ballate meticcie del compianto Willy De Ville.

martedì 2 febbraio 2010

LAC di Londra 2010 - L'appuntamento dell'anno



Si è conclusa Sabato la convention più importante dell'anno giunta alla sua nona edizione. Business Raptors Ltd con 4 rappresentanti, incluso il sottoscritto, è stata presente a tutti gli eventi. Che si trattasse di stringere mani agli affiliate managers di altre compagnie o di ballare ai party con i rappresentanti del gentil sesso di potenziali partners: La Business Raptors era sempre sul posto instancabile e operativa a tutti i livelli.

Tra gli stand molti amici ed ex colleghi. Vincenzo Dente e Domenico Gallotta di Betclic per discutere dei massimi sistemi dell'Igaming da una prospettiva italiana, Uri Levi, kyprianos e George di Redkings, EGO a dire il vero, e il mio mentore Michael Golembo che se la passano bene in quel di Limassol, Cipro. E poi il legendario Pedro Calderon affiliate manager di Chilipoker, un amico fraterno del mio periodo Maltese. C'erano anche gli amici francesi di Gambling-Affiliation presenti ed efficientissimi come sempre. Un caro saluto al Presidente Fabrice e al Ceo Antoine. E poi John Benjamin di ChanceRoom operativo e professionale come al solito. Insomma il Lac di Londra come evento non solo di business ma anche un modo per rivedere amici che dal contatto quotidiano su msn o skype per una volta si materializzano e diventano quello che sono: degli amici con i quali parlare della vita e del busienss magari davanti una birra parlando di come il mercato sia cambiato negli ultimi anni.

Il Lac di Londra oltre ad essere stata un'occasione di rivedere vecchi amici è stata anche un'occasione per fare nuove amicizie e disegnare nuovi scenari di business. Tra questi ricordiamo Claire Letouzey, affiliate Relationship Manager di Roxy affiliates, Inbal Cohen di affclub.com, Itai Loewenstein, Boss della Kamay Holdings Ltd, Diego Di Giorno di Globet, Jonathan Lee della WnXwn.com, Meital Hillel di affeurope, Sophia Lai della SEGA e molti altri. Adesso ringraziandovi della pazienza torno su skype ed msn a racogliere quello che in questi 3 giorni abbiamo seminato.

giovedì 28 gennaio 2010

Juliet, Naked & Rock Stories



Nel corso della sua lunga e fortunata carriera, l'inglese Nick Hornby, ha saputo miscelare come pochi, rock e amori, delusioni e rivincite, umorismo e intimismo. Adesso con il suo ultimo romanzo, Juliet, Naked, torna sul luogo del delitto di Alta Fedeltà, di amori rock e malinconie britanniche. Facendo sfoggio della sua grande capacità di dar vita ad affreschi vibranti e veristi, su questi quasi quarantenni e ultra quarantenni che si "sentono" teen-agers, ossessionati da cantanti dimenticati, strizzando l'occhio ai fans del grande rock, da Bob Dylan a Bruce Springsteen, da Leonard Cohen a Neil Young.

Ciò che maggiormente colpisce è il suo stile fluente e coinvolgente, la sua grande capacità di essere così leggero nel raccontare le piccole sconfitte di vita, amore & carriere di rock-star dimenticate al ritmo del Northern Soul.
(Veramente bello il tentativo di rendere un'anomina cittadina di mare, Gooleness, il centro del mondo e del rock! )

Un libro che ogni appassionato di rock e di narrativa dovrebbe leggere, e con delle belle citazioni dylaniane e da dylanologi, spaziando da Chronicles a Greil Marcus, da Blood On The Tracks a Self Portrait, fino a Oh Mercy.

martedì 26 gennaio 2010

Business Raptors Francesco Greco e Carlo Stumpo

La Business Raptors Ltd ha nominato Francesco Greco e Carlo Stumpo rispettivamente Web Strategist e CEO per progettare e sviluppare la presenza online dei prodotti della società di igaming.
Carlo Stumpo,Ingegnere Informatico, è stato nominato CEO della Business Raptors Ltd, nel 2009. Sarà responsabile per il Marketing Corporation,Comunicazioni esterne e interne e relazioni con gli investitori. Carlo Stumpo riferirà al Presidente della Business Raptors Ltd
Francesco Greco, Laurea in Filosofia e Scienze Cognitive, è stato assunto dalla Business Raptors Ltd come consulente di Strategie del Web al fine di sviluppare la presenza e il positioning dei prodotti della compagnia sul mercato dell'igaming.

lunedì 25 gennaio 2010

Juliet, Naked & Dylan Clothed



Uno dei più grandi autori di narrativa rock, l'inglese Nick Hornby, ormai da qualche tempo si diverte a punzecchiare in modo colto e brillante i fans musicofili. E il suo bersaglio preferito sono i fedeli di Bruce Springsteen e Bob Dylan. In particolare al Dylan di Blood on the tracks, il libro sembra fare le pulci.

Non a caso i dylanologi più rigorosi considerano le famigerate New York Sessions del '74, in versione naked, superiori alla versione definitiva del disco ('75) proprio come il protagonista del romanzo considera la versione spogliata del disco superiore a quella (ri)registrata. (Juliet, 1983 e Juliet, Naked, 2008)

Dylan viene poi citato spesso nel romanzo, come termine di paragone con Tucker Crowe, il fantomatico musicista protagonista della storia, "un altro dylan dei poveri", oppure direttamente come quando Annie, protagonista femminile, cita il capitolo di Chronicles dedicato alla realizzazione di Oh, Mercy e si sofferma su Daniel Lanois che chiedeva a Dylan di comporre "una nuova Masters Of War"

Il romanzo in italiano è stato tradotto con un anonimo "Tutta un'altra musica", ma il titolo originale è Juliet, Naked

Un consiglio: leggete Juliet, Naked di Nick Hornby perchè è uno di noi, che conosce la passione musicale e sa narrarla meglio di qualsiasi altro. E non potrete far a meno di immedesimarvi col personaggio di Duncan, un fan totale che dedica molto tempo libero al suo sito dedicato a Tucker Crowe e intitolato " Can anybody hear me? "

IMPERDIBILE

domenica 3 gennaio 2010

You're a big girl now - Minimal Lager



Our conversation was short and sweet It nearly swept me off-a my feet. And I'm back in the rain, And you are on dry land.You made it there somehow You're a big girl now. Bird on the horizon, sittin' on a fence, He's singin' his song for me at his own expense. And I'm just like that bird, Singin' just for you. I hope that you can hear, Hear me singin' through these tears. Time is a jet plane, it moves too fast but what a shame if all we've shared can't last. I can change, I swear, See what you can do. I can make it through, You can make it too.