martedì 16 agosto 2011

La casa col sole che tramonta a est


"Il conformismo è la scimmia dell'armonia." (Ralph Waldo Emerson)

Quella mattina Natalia lo aveva svegliato e lui aveva in mente di telefonare ai suoi urgentemente perché credeva di aver lasciato la Panda in un parcheggio non autorizzato in via Roma: non trovava la macchina e dopo un sogno aveva ricordato di averla lasciata in un divieto di sosta.

Stava in un altro mondo dove la realtà era fatta di sogno e le realtà alternative che ogni giorno scegliamo tra le tante possibili vivevano in una fusione simbiotica insieme. Un passato che confluiva nel futuro e un futuro che interagiva con il passato, qualcosa impossibile da spiegare concretamente: si trattava di sensazioni, o come direbbe “ il Santo” di espressioni. In quel periodo non assumeva droghe.

Solo un regime di sesso eccessivo: era entrato in uno sfasamento ormonale. Pensava che le cose potessero cambiare e viveva e agiva di conseguenza; era stonato, svalvolato, stemperato: girava a vuoto all'interno di un sistema che comunque se l’era ingollato e inalato in un battito di ciglia. Un mondo a parte, nemmeno lontanamente scrutabile, avvolto in un doppio strato di alluminio. Chissà quante volte il sogno era stato quello che adesso stava vivendo!

Un sole caldo gli asciugava gli occhi facendo rientrare le lumache dentro al guscio e riportando i suoni della notte lontani. Vibrava la voce di quel prodigio della natura ma non era niente rispetto al groviglio di pensieri che assalivano Pippo, che a quei tempi viveva di oneste razionalizzazioni e non concedeva ne cedeva nulla ai suoi bulbussiani impulsi irrefrenabili; non era quello il momento ne lo spazio giusto per abbandonare la sua mente e per lasciarsi flangerare nella sua coscienza dove presente, futuro, passato, sogno e realtà convivevano grazie ad un’elastica armonia basata su comode scarpe che calzava solo quando proprio doveva.

La vita è il mio giaciglio e devo starci il più comodo possibile. 

Il codice del fluxus impone rigorosamente di stare scalzi: avete mai passato un’intera giornata a piedi nudi? Siete sempre i soliti occidentali! Ma dove vivete? In Inghilterra o in Canada? Peppario non poteva far a meno di pensare alla sua amica perduta nell’altra vita parallela: qualche partita in meno a Wolfenstein e qualche buona lettura in più non gli avrebbero fatto male e lo avrebbero meglio preparato per quel viaggio che lo portava lontano dalla sua coscienza e dal suo ideale di vita: “Black is the color of my true”: l’impeto di quella tigre che fremeva e contorceva il suo diaframma in un ruggito senza fine, mai domo.

Hai mai visto la luce? Ti sei mai avvicinato alla verità per poi perderla come succede sempre? Hai mai visto la luce perdendoti nel bagliore dei tuoi pensieri? Sai di cosa parlo: come quando ascolti quel pezzo e il disco ce l’ hai in mano e non lo lasceresti mai, di fatto non lo lasci ma prima o poi ti svegli e nonostante tutti gli sforzi e la fatica non ti riesce di portarlo nel mondo concreto che lo appiattisce troppe volte più di un vinile!

Quel pezzo lo portava direttamente in quel sogno, era la sua parte che stringeva e non lo lasciava:  la manina che un’altra volta tornava a strattonare e il disco c’era, ma la voglia di ascoltarlo, no! Tanto comunque lo stereo non funziona o non lo senti, forse perviene  tempestivamente qualcuno che ti distrae, perché quella è la porta che proprio non puoi aprire, quella è la tua realtà psichica. C’era una luce strana, pulita, quasi fosse stata ritoccata con colori più decisi del solito, presi a prestito forse da  Hieronymus Bosch.

La casa si trovava dove era sempre stata: non il calore di fine primavera che la avvolgeva, un pomeriggio di maggio intenso e saturo di caldana, in uno stato di catartica attenzione liberamente fluttuante, dove i momenti si intersecavano con lente e avvolgenti dissolvenze incrociate.

Però era mattina ma forse il tempo scorreva in modo umorale: solo un orologio fucsia a forma di peperone poteva scandirlo. Sempre senza destarsi dal letto sentì qualcuno chiamare il suo nome, si affacciò sul balcone anche se la camera da letto il balcone non l’aveva mai avuto: c’era gente in acqua e c’era anche il mare!
Strano, pensò, ma preso dagli eventi invitò a salire gli amici di una vita per fare baldoria come un tempo e per far loro conoscere Natalia.

In una girandola di colori pastello con un cielo vaniglia il sole si posò dolcemente sull'acqua, per nascondersi lentamente dietro ad esso: il mar Ionio, in un pomeriggio di maggio, nella casa col sole che tramontava a est.
 
(Basato su un sogno del settembre 2002, pensando a Siviglia) 
         
da un’idea di Amalia Dodaro

Leggi anche: http://leoriginidelmale.blogspot.it/2014/08/la-tavola-pitagorica-della-natura.html

venerdì 20 maggio 2011

Back to Stay



Sono un animale che abita il proprio tempo e che della decadenza apprezza ogni singolo frammento. Seguo il flusso cercando di non perdermi all'interno dello stesso.

Vivo al presente, colpo singolo per una stanza vuota
Corpo estraneo nella notte! Rumori di fondo
Ipocondria, risate, gusto del grottesco
Felicità

sabato 7 maggio 2011

L'ultima tentazione di Peppario


Peppario una ne pensa e cento ne fa.
Ieri sera è stato avvistato nei pressi di Cosenza Vecchia a fianco di un grande attore come Willem Dafoe. Probabilmente ci sono i presupposti necessari affinché venga realizzato un vecchio progetto che era stato riposto e dimenticato nel cassetto. Potrebbe infatti trattarsi del copione che fonti ben informate ci dicono possa intitolarsi "L'ultima tentazione peppariana". La regia potrebbe essere affidata addirittura al grande cineasta italo-americano Abel Ferrara mentre si sono già messi all'opera della stesura dello script alcuni tra i collaboratori più stretti del Nostro celeberrimo clown mediatico

Che cosa tratterà l'opera? Difficile stabilirlo per il momento. Sicuramente sarà una nuova provocazione offline che cercherà di rinnovare il complesso universo peppariano. Ci sarà da divertirsi. 
Restate connessi. E che Dio abbia pietà di noi!

giovedì 5 maggio 2011

Telesio di Battiato Sgalambro

Mancano poche ore ormai alla prima di questa opera audace! Come sarà davvero il Telesio che ha ideato e realizzato Franco Battiato, su libretto di Manlio Sgalambro?
Lo sapremo tra poche ore. Di sicuro sarà un'opera ricca di spunti interessanti. In particolare sarà curioso scoprire per lo spettatore come Battiato ha immaginato il suo Telesio, nella città, Cosenza che diede i natali al filosofo e naturalista calabrese.

"… e stai nel mio cuore e lì ti muovi e voli. Ricordavo i tuoi occhi ieri sera, vi spaziava la primavera, tutto il bene che c’era attorno a te. La tua anima coglievo, sdraiata a riposarsi su morbidi cuscini di sete di magici paesi. Lo sguardo vi trovò ciò che cercava. Sospesi attorno a te vi erano angeli."

(tratto da Telesio di Battiato- Sgalambro)

domenica 17 aprile 2011

Peppario - Storia di un clown nell’epoca di facebook



"Fuggì via su un’autostrada della disperazione, seguendo un cartello stradale sul quale c'era scritto: “Dio c’è!”; guidando una macchina usata ma tenuta bene; fermandosi solo per fare benzina, pisciare, e bere una Sprite gelata che potesse ghiacciare quel rogo che era la sua anima.

I clown non amano i bambini! Li guardano e provano invidia. Non c’è più meraviglia nei loro occhi, non c’è più tempo. Iniziò a girovagare di notte, vestito da clown, non c’erano vestiti di scena e abiti da vita comune. Tutto era un palcoscenico, il mondo un circo, il cielo un tendone dove si smarriva la donna cannone tra le galassie della ninfomania." (Davide Imbrogno "Lasciate entrare i clown")


Mi sveglio ogni giorno con il desiderio e la consapevolezza di voler diventare un uomo migliore, o forse soltanto … un uomo. Mi sveglio ogni mattina col sogno di avere un sogno dove io e te andiamo oltre questi freddi monitor

Mi sveglio anche ogni mattina con una strana sensazione, mi tocco il cazzo in erezione e cerco i miei testicoli, ma non li trovo, e allora con sgomento mi dirigo in bagno e per errore incrocio lo specchio e l’immagine riflessa è quella di un enorme testicolo di 70 chilogrammi

Mi sveglio ogni mattina, a volte senza aver riposato con la bocca amara di delusioni e di sogni che per un motivo mi sono stati negati / E sono sveglie amare e gassate e sono giorni ironici che non si spengono quando metto da parte il mio computer, e la mia vita, è la mia vita

Qualcuno mi chiama poeta, ma solo per ridicolizzarmi e prendersi gioco di me, della mia scomoda ed inutile sensibilità...

Mi sveglio ogni mattina dentro i miei sensi che pulsano e non ho voglia di stare tra i miei simili, perché nessuno mi assomiglia troppo o troppo poco, e so che la felicità sta dietro un angolo, ma io abito su un viale lunghissimo,
ma è faticoso a volte raggiungere, questo cacchio di angolo, c'ho le scarpe scomode e mi fanno male le caviglie. Mi sveglio ogni mattina anche quando dormo, con rabbia e sentimento, e sento di essere fuori tempo, e di giocare seguendo regole che non esistono perché sono un dannato outsider e provo piacere nell’essere frainteso, perché solo così posso poi recriminare e sentirmi libero, vivo, me stesso.

Le donne mi ignorano e io ignoro il loro ignorarmi, le donne mi sfuggono o tentano di darmi battaglia, ma non ho tempo ne voglia di mettermi catene che poi proverei di sicuro a spezzare...

E allora faccio il pagliaccio, quello che fa ridere gli altri e a volte ci riesco, ma non come vorrei, non come posso… vorrei far piangere il mio pubblico e fargli sentire che questa illusione deve avere un viaggio di ritorno e non solo un biglietto per un paradiso di lacrime ASSAI zuccherate…

Ho conosciuto le vette infinite della solitudine e sperimentato l’esilio, e come tutti gli esuli non sapevo più ritrovare la strada di casa, ammesso che poi ne esista una soltanto [...] Provare dolore per sentire l’ultimo stadio di emozioni... fino a svanire nell’oblio che si trova in fondo ad ogni strada, ad ogni storia e forse in fondo ad ogni vita

Peppario

frammento tratto dal Prologo Peppario Storia di un clown nell'era di facebook

lunedì 14 febbraio 2011

Bob Dylan Live at Grammy 2011



La scorsa notte, durante la cerimonia dei Grammy Awards 2011, tenutasi al Staples Center di Los Angeles, Bob Dylan si è unito alle band dei Mumford and Sons e degli Avett Brothers, per una corale e pungente Maggie's Farm. E' stato interessante sentire come entrambe le bands ricordassero certe sonorità stile The Band di Robertson, Helm e Rick Danko. Il famoso gruppo di accompagnamento di Dylan durante i tour del 1966 e del 1974.

His Bobness con voce cavernosa ringhia uno dei suoi cavalli da battaglia, scegliendo dal suo mazzo proprio quella Maggie's Farm che aveva segnato la sua svolta elettrica nel lontano 1965 con Bringing it all back home. Brano che era stato poi proposto live durante la mitica esibizione elettrica del festival di Newport.

Dylan che il 24 maggio prossimo compirà 70 anni, è da sempre sulla breccia e non ha mai disdegnato l'apporto di giovani musicisti alla sua musica. Non ultimo Jack White ha diviso il cartellone negli Usa durante il tour del 2007. e chissà magari a breve toccherà proprio agli Avett Brothers l'onore di dividere il cartellone col leggendario musicista del Minnesota.
Lo Staples Center ha poi visto sfilare artisti del calibro di Dr. Dre, Rihanna, Eminem, Katy Perry, Barbra Streisand, Mick Jagger e Lady Gaga.


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