domenica 17 aprile 2011

Peppario - Storia di un clown nell’epoca di facebook



"Fuggì via su un’autostrada della disperazione, seguendo un cartello stradale sul quale c'era scritto: “Dio c’è!”; guidando una macchina usata ma tenuta bene; fermandosi solo per fare benzina, pisciare, e bere una Sprite gelata che potesse ghiacciare quel rogo che era la sua anima.

I clown non amano i bambini! Li guardano e provano invidia. Non c’è più meraviglia nei loro occhi, non c’è più tempo. Iniziò a girovagare di notte, vestito da clown, non c’erano vestiti di scena e abiti da vita comune. Tutto era un palcoscenico, il mondo un circo, il cielo un tendone dove si smarriva la donna cannone tra le galassie della ninfomania." (Davide Imbrogno "Lasciate entrare i clown")


Mi sveglio ogni giorno con il desiderio e la consapevolezza di voler diventare un uomo migliore, o forse soltanto … un uomo. Mi sveglio ogni mattina col sogno di avere un sogno dove io e te andiamo oltre questi freddi monitor

Mi sveglio anche ogni mattina con una strana sensazione, mi tocco il cazzo in erezione e cerco i miei testicoli, ma non li trovo, e allora con sgomento mi dirigo in bagno e per errore incrocio lo specchio e l’immagine riflessa è quella di un enorme testicolo di 70 chilogrammi

Mi sveglio ogni mattina, a volte senza aver riposato con la bocca amara di delusioni e di sogni che per un motivo mi sono stati negati / E sono sveglie amare e gassate e sono giorni ironici che non si spengono quando metto da parte il mio computer, e la mia vita, è la mia vita

Qualcuno mi chiama poeta, ma solo per ridicolizzarmi e prendersi gioco di me, della mia scomoda ed inutile sensibilità...

Mi sveglio ogni mattina dentro i miei sensi che pulsano e non ho voglia di stare tra i miei simili, perché nessuno mi assomiglia troppo o troppo poco, e so che la felicità sta dietro un angolo, ma io abito su un viale lunghissimo,
ma è faticoso a volte raggiungere, questo cacchio di angolo, c'ho le scarpe scomode e mi fanno male le caviglie. Mi sveglio ogni mattina anche quando dormo, con rabbia e sentimento, e sento di essere fuori tempo, e di giocare seguendo regole che non esistono perché sono un dannato outsider e provo piacere nell’essere frainteso, perché solo così posso poi recriminare e sentirmi libero, vivo, me stesso.

Le donne mi ignorano e io ignoro il loro ignorarmi, le donne mi sfuggono o tentano di darmi battaglia, ma non ho tempo ne voglia di mettermi catene che poi proverei di sicuro a spezzare...

E allora faccio il pagliaccio, quello che fa ridere gli altri e a volte ci riesco, ma non come vorrei, non come posso… vorrei far piangere il mio pubblico e fargli sentire che questa illusione deve avere un viaggio di ritorno e non solo un biglietto per un paradiso di lacrime ASSAI zuccherate…

Ho conosciuto le vette infinite della solitudine e sperimentato l’esilio, e come tutti gli esuli non sapevo più ritrovare la strada di casa, ammesso che poi ne esista una soltanto [...] Provare dolore per sentire l’ultimo stadio di emozioni... fino a svanire nell’oblio che si trova in fondo ad ogni strada, ad ogni storia e forse in fondo ad ogni vita

Peppario

frammento tratto dal Prologo Peppario Storia di un clown nell'era di facebook