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Le vite e le morti degli altri secondo Bob Dylan

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Canzoni biografiche, ritratti reali e figure storiche nell'opera dylaniana Una delle caratteristiche più profonde e meno banalizzabili dell’opera di Bob Dylan è il suo rapporto con le persone reali. Fin dagli inizi, Dylan ha usato la canzone non come spazio di evasione o pura invenzione, ma come luogo di collisione tra storia, biografia e mito . Le sue canzoni dedicate a individui realmente esistiti non sono semplici omaggi, né cronache fedeli: sono riscritture poetiche che trasformano vite specifiche in figure simboliche , capaci di incarnare conflitti morali, tensioni politiche, traumi collettivi e continuità culturali. Nel corso di oltre sessant’anni di carriera Dylan ha cantato musicisti, attivisti politici, pugili, gangster, santi, comici, presidenti, profeti biblici e personaggi della propria vita privata. In ogni caso, la persona reale diventa materia narrativa, mai oggetto di celebrazione neutra. Dylan non costruisce monumenti: riapre ferite, mette in discussione versioni...

Infidels: Dylan e il ritorno al mondo

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Bob Dylan e il ritorno al mondo:  analisi critica di Infidels Quando Infidels esce nel novembre del 1983, Bob Dylan sta uscendo dalla sua trilogia cristiana: dopo Slow Train Coming , Saved e Shot of Love , la sua produzione aveva assunto toni apertamente dottrinali, profetici, a tratti apocalittici. Infidels rappresenta, in questo senso, una svolta: non un abbandono della spiritualità, ma un ritorno al mondo, alla storia, alla complessità politica del presente, filtrata attraverso una scrittura allegorica e simbolica molto più ambigua rispetto agli anni immediatamente precedenti. È un disco di transizione, ma anche uno dei più incisivi della sua fase anni Ottanta. Fondamentale nella costruzione dell’album è la presenza di Mark Knopfler , che produce e suona la chitarra con un’eleganza tersa, cristallina, riflesso dell’estetica sonora dei Dire Straits ma calibrata sulle esigenze di Dylan. Accanto a lui c’è una sezione ritmica straordinaria: Sly Dunbar alla batteria e Robbie Sh...

Analisi musicale e testuale di Jokerman

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Analisi testuale e musicale del brano Jokerman Jokerman è una delle aperture più enigmatiche e affascinanti della discografia di Bob Dylan. Pubblicata nel 1983 come primo brano di Infidels , la canzone inaugura una nuova fase poetica e musicale: dopo gli anni della trilogia cristiana, Dylan torna a una scrittura più allegorica, ambigua, stratificata, che attinge alla Bibbia ma anche al paesaggio politico, alla cultura popolare e a un senso di disincanto tipico del mondo postmoderno. L’aspetto forse più sorprendente è che questa profondità testuale si innesta su una musica insolitamente leggera, quasi sospesa, dominata dalla pulsazione morbida di Sly & Robbie, dal fraseggio limpido di Mark Knopfler e da una struttura melodica che sembra voler smussare le asperità del testo per trasformarle in una danza inquieta. Sin dalle prime immagini—“Standing on the waters casting your bread / While the eyes of the idol with the iron head are glowing”—Dylan richiama un immaginario biblico, ev...

A proposito di Shot of Love

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Analisi testuale, musicale e contestuale del brano Shot of Love “Shot of Love”, brano che dà il titolo al ventunesimo album di Bob Dylan pubblicato nel 1981, rappresenta uno dei momenti più intensi e nervosi della sua produzione nei primi anni Ottanta. È il capitolo conclusivo della cosiddetta trilogia cristiana , ma è soprattutto un disco di transizione, un’opera che segna il passaggio dal fervore evangelico più ortodosso di Slow Train Coming (1979) e Saved (1980) verso un linguaggio più ambiguo, più terreno, più contaminato dalla carne e dalle sue contraddizioni. In questo quadro, la title-track è sia una dichiarazione di poetica sia una sorta di autoritratto spirituale. Sul piano testuale, “Shot of Love” è una preghiera che diventa blues, un’invocazione che si trasforma in rock febbrile. Dylan parte da un’idea semplice e potente: il mondo offre ogni possibile “cura” chimica o anestetica — parish, turpentine, codeine, whiskey — ma nessuna di queste risponde al bisogno autentico,...

Slow Train: analisi testuale e musicale

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Il ritmo implacabile del cambiamento secondo Bob Dylan Pubblicata nel 1979 come quinta traccia di Slow Train Coming , Slow Train rappresenta uno dei momenti centrali della cosiddetta trilogia cristiana dylaniana, inaugurandone allo stesso tempo i principi poetici e la direzione sonora. Siamo negli anni in cui Dylan, reduce da una lunga fase di inquietudini personali e disordine emotivo, sceglie un territorio musicale insolito e carico di storia come il gospel , aprendolo alla propria voce profetica e abrasiva. Il risultato è un brano che suona insieme antico e nuovo, radicato nella tradizione afroamericana ma costruito con una tensione narrativa tipica del Dylan più politico. Il “treno lento” che avanza dietro ogni strofa è l’immagine della trasformazione in arrivo, ineluttabile come uno spostamento tellurico nella coscienza individuale e collettiva. Un testo che denuncia, interroga e fustiga La struttura lirica di Slow Train richiama la forma del salmo, alternando confessione, rimp...

Il rapporto tra Bob Dylan e Mike Porco - Parte prima

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L'impresario calabrese nel cuore del Village La storia della musica del Novecento è piena di incontri che sembrano nati per caso, eppure possiedono la forza di cambiare il corso degli eventi. Tra questi, il legame tra Mike Porco e Bob Dylan rappresenta uno degli episodi più affascinanti e meno raccontati. Prima che Dylan diventasse la voce più influente del cantautorato moderno, prima ancora che le sue canzoni iniziassero a risuonare come inni generazionali, ci fu un uomo di origini cosentine a riconoscere il talento bruciante di quel ragazzo magro, appena arrivato dal Minnesota. Mike Porco, nato a Domanico, un piccolo comune incastonato tra i monti a pochi chilometri da Cosenza, aveva costruito la sua fortuna a New York aprendo un ristorante che presto si sarebbe trasformato in uno dei palcoscenici più importanti della scena folk: il Gerdes Folk City. In un’America che accoglieva gli immigrati con promesse e contraddizioni, Porco incarnava la figura dell’impresario autodidatta, ...

A proposito di New Morning

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  Nel 1970 la produzione discografica di Bob Dylan vive una cruciale fase di transizione quando il cantautore americano, discostandosi dai toni epici, che ne avevano caratterizzato fin qui il percorso,  abbraccia un sound più intimo e rilassato. Gli album Self Portrait e New Morning, insieme all'uscita antologica di The Bootleg Series Vol. 10: Another Self Portrait, offrono uno spaccato di questo periodo di sperimentazione, ricerca e cambio di rotta. Si tratta di un punto di svolta determinante, in cui l'autore di Blowin' in the Wind rielabora il proprio linguaggio musicale e tematico, rispecchiando un' evoluzione personale che si rifletterà tramite il mutamento del panorama musicale dell'epoca. Il contesto musicale del momento L'uscita di Self Portrait aveva fatto scendere le azioni critiche di Dylan a un negativo stabile. New Morning venne accolto invece come un ritorno alla forma, facendolo rientrare tra le grazie della critica e del pubblico che era rimasto ...