martedì 19 dicembre 2023

Il 2023 è stato un anno decisamente dylaniano

 


Il 2023 dylaniano è stato un anno ricco di eventi e uscite. Si è aperto con la pubblicazione del diciassettesimo volume del Bootleg Series, Fragments, dedicato esclusivamente al periodo del capolavoro Time Out of Mind. Due versioni disponibili, tra cui quella standard a due dischi e quella deluxe composta da cinque lp. Secondo fonti non ufficiali questa potrebbe essere stata l’ultima pubblicazione della serie Bootleg Series, che era partita nel marzo 1991 con la pubblicazione dei primi tre volumi.

Ad aprile è ripartito il World Wide Tour, che questa volta toccherà anche mete che Dylan aveva trascurato negli ultimi tempi, tra cui l’Italia con cinque date. Non si esibiva nel nostro Paese dall’aprile 2018, quindi in epoca pre-Covid. La band con cui suona in Italia nel 2023 è piuttosto diversa rispetto a quella di cinque anni prima.

A giugno viene pubblicato il nuovo disco in studio. Si tratta della colonna sonora di Shadow Kingdom. Viene svelata l’identità dei musicisti che hanno partecipato alle sessioni dell’album. Tra i nomi spiccano quelli di due vecchi collaboratori di Dylan. In particolare citiamo il chitarrista T-Bone Burnett e il produttore e bassista Don Was. Dylan aveva collaborato con T-Bone Burnett ai tempi della Rolling Thunder Revue e più recente alle nuove incisioni nel formato “ionic recording” di Blowin’ in the Wind del 2022. Don Was aveva prodotto invece con Dylan il disco Under the Red Sky del 1990.

Sempre per quanto riguarda vecchi collaboratori e musicisti che hanno segnato una generazione, l’11 agosto si spegne il membro di The Band, Robbie Robertson. Robertson, oltre a essere stato amico e stretto collaboratore di Dylan, aveva partecipato alle registrazioni di tre importanti lavori in studio: Blonde on Blonde, The Basement Tapes e Planet Waves. Inoltre aveva accompagnato Dylan in tour dal 1966 al 1974. Con The Band aveva inciso diversi brani scritti da Dylan come When I Paint My Masterpiece, This Wheel’s on Fire, Tears of Rage, ma soprattutto il classico I Shall Be Released. Inoltre entrambi facevano parte del cast del film documentario di Martin Scorsese, The Last Waltz, dedicato all’addio alle scene di The Band, salvo ripensamenti e una line up differente. Nel libro autobiografico TESTIMONY, Robertson si sofferma sul rapporto di amicizia e di collaborazione tra la Band e Dylan in modo approfondito e affettuoso.   

A settembre Dylan partecipa a sorpresa al Farm Aid, unendosi alla band di Mike Campbell & The Dirty Knobs, con la partecipazione di Benmont Tench alle tastiere. I due ex-Heartbreakers (lo storico gruppo di Tom Petty) avevano più volte partecipato a sessioni in studio e concerti facendo da spalla a Bob Dylan. Per l’occasione Dylan torna a suonare la chitarra elettrica in un mini set composto dai brani Maggie’s Farm, Positively 4th Street e Ballad of a Thin Man.

Le informazioni che vanno a completare e a concludere un anno ricco di novità e uscite, riguarda due uscite antologiche. La prima è The Complete Budokan, box deluxe composto da due live risalenti al tour giapponese del 1978, di cui ho parlato qui. La seconda è la più recente e riguarda il 50th Anniversary Collection 1973, con la pubblicazione integrale delle 28 tracce appartenenti alle sessioni della colonna sonora del film Pat Garrett & Billy The Kid. Al momento della stesura del testo non ho ancora ascoltato la compilation antologica, ma presumo debba trattarsi dei mitici bootleg noti ai fan dylaniani più accaniti come Peco’s Blues. Il bootleg non ufficiale Peco’s Blues, contemplava però una scaletta ridotta, composto da 23 brani, anziché i ventotto ora pubblicati. Si tratta di un’uscita in edizione limitata, realizzata per garantire i diritti d’autore di queste sessioni che altrimenti sarebbe diventate libere, dato che stavano scadendo i diritti essendo trascorsi 50 anni. Questa legge riguarda in special modo la vigente regola europea sui diritti d’autore. Un prodotto destinato alla super nicchia dei completisti e dei fandom dylaniani più hardcore, di cui però mi sembrava giusto parlare, dato che in Italia la notizia non sta circolando in modo adeguato e sufficiente.     

Capitolo a parte meriterebbe il Tour 2023, concluso lo scorso 3 dicembre a Evansville, Indiana. Ci sono state grandi novità in scaletta, con Dylan e i suoi che hanno spesso eseguito cover di altri importanti artisti come Leonard Cohen, Billy Joel, Merle Haggard, Grateful Dead e via dicendo.

A memoria, da quando seguo Dylan, cioè da oltre 20 anni ormai, non ricordo un anno più ricco di novità e di uscite. Una vera manna per noi fandom devoti! 

Di questo ve ne parlerò presto in separata sede. Ora vi auguro buone vacanze e un felice anno nuovo!



giovedì 14 dicembre 2023

Christmas in the Heart (2009)

Avete mai sentito dire che il tempismo è tutto nella vita? Oppure che l’uomo saggio aspetta il momento giusto, mentre il pazzo lo anticipa e l’imbecille lo lascia passare? Già, il tempo, uno dei topos dylaniani per eccellenza, se vogliamo. 

Le feste danno il senso del tempo che passa. Basterebbe solo questo per fornire la motivazione sufficiente a spiegare il progetto Christmas in the Heart.

Per le grandi star le uscite natalizie sono una tradizione fin dagli albori dell’industria discografica. Ora è bene specificare come alcuni degli eroi di gioventù di Dylan, fecero album natalizi. Ci sono esempi importanti che hanno contribuito a consolidare la carriera artistica di alcuni cantanti, e non ci stiamo riferendo ai classici cantanti etichettati come artisti natalizi, che oggi purtroppo sono diventati un problema sonoro durante il periodo che anticipa la natività del Cristo. In questo caso però parliamo di un disco di tradizione cristiana, realizzato da un artista ebreo come Bob Dylan. L’intento è nobile, visto che gli incassi sono destinati in beneficenza in favore delle associazioni Feeding America e del World Food Programme delle Nazioni Unite. 

Il capitolo che riguarda la generosità e l’impegno sociale dell’artista sarebbe da trattare in separata sede, visto che probabilmente si tratta di uno dei musicisti che hanno sempre messo davanti al proprio ego, cause nobili. Senza elencarli tutti, diciamo solo che Bob Dylan è stato uno degli artisti più longevi e socialmente impegnati di sempre. Tuttavia il disco va contestualizzato a livello critico, come il primo di quella che sarebbe divenuta una nuova fase di riscoperta e rivalutazione di materiale non autografo pubblicato dal cantautore.

Tra il 1992 e il 2017 pubblica infatti 6 lavori in studio basati su cover, riproposizioni e brani tradizionali. Christmas in the Heart è il sequel di Together Through Life, pubblicato appena sei mesi prima, durante la primavera del 2009. Motivo per cui venne realizzato nello stesso modo in cui aveva inciso gli album precedenti. Qui troviamo la sua band che lo accompagna anche dal vivo, con l’aggiunta di David Hidalgo dei Los Lobos, del pianista Patrick Warren e di un coro che lo segue nelle tracce presenti in questo lavoro. Piuttosto che volgere tipici brani natalizi in una forma peculiare, Dylan li suonò in modo diretto. Il risultato fu sorprendente, quanto scioccante. Un abbraccio a tutto campo a quella vecchia e tranquillizzante America, un omaggio ai dischi natalizi che profuma di anni Cinquanta, dell’atmosfera in cui Dylan è cresciuto.

Restituisce tutto in modo diretto, rilevando un’anima pop insospettabile, ed è magicamente suonato, prodotto e arrangiato. Un piccolo gioiello da scartare sotto l'albero. Non sorprende per chi aveva compreso e mandato a memoria ciò che Dylan porta avanti dal 1997 con Time Out of Mind e in misura maggiore con “Love and Theft” e Modern Times. Qui però c’è pochissimo blues ed è quasi del tutto assente lo stile roadhouse, ma non è detto che questo sia un male, anzi. Col senno di poi è una dichiarazione di intenti che pubblico e critica faranno fatica a capire.  

Dopo la pubblicazione dei dischi Great American Songbook (quelli della Fase Sinatra, per intenderci) diventa più semplice analizzare il percorso del Dylan anni Novanta che si affacciava al nuovo millennio. Oggi l’hype è dovuto principalmente al fatto che da dopo Tempest si attende la pubblicazione del suo ultimo, conclusivo disco in studio. Ci hanno provato già ad azzardare che lo fosse Tempest, così come sono state fatte parecchie illazioni quando è arrivata la cinquina sinatriana. Stessa cosa era capitata durante il lockdown, quando a sorpresa l’artista rilasciava sulle piattaforme una lunga dissertazione poetica, che sembra una meditata replica di American Pie di Don McLean. Il brano Murder Most Foul, dalla durata insolita e importante, è stato l’apripista del suo ultimo disco in studio: Rough and Rowdy Ways, pubblicato nel 2020.

Sottostimato e considerato un lavoro bizzarro, Christmas in the Heart ha dalla sua un cambio radicale nell’approccio sonoro, ma soprattutto nel cantato. Oltre a essere decisamente pop, ha delle qualità insite del folk, visto che dopo Time Out of Mind e “Love and Theft” dove le voci erano dominanti, qui avviene una svolta. È un lavoro disadorno, capace di mettere al centro il fraseggio e l’esecuzione. Suona maledettamente bene ed è a fuoco, tanto che ci sarà chi lo elogerà come un disco importante, proprio sotto il profilo sonoro e dell’esecuzione.

Da qui in poi Bob Dylan rilascerà album forse poco noti e con un appeal inferiore, ma suonati e cantati in modo impeccabile, con arrangiamenti raffinati e piuttosto lontani da quello che aveva realizzato in studio, durante i primi vent’anni di produzione musicale. Quasi nessuno se ne accorge e sono pochi i critici che mettono in evidenza tale aspetto. L’artista durante gli anni avrà anche perso la voce, ma ha imparato a cantare, a trovare nuove strade per accompagnare le sue canzoni e l’esecuzione di materiale altrui. Piaccia o meno, quello che ha prodotto da questo punto in avanti è realizzato in modo professionale, con arrangiamenti minimali, per certi versi originali e innovativi. In pratica uno dei paladini del low-fi ha iniziato a produrre con maggior criterio e ricchezza di mezzi. Non sono dischi per chi ama i Pink Floyd forse, ma di strada rispetto agli anni Sessanta ne è stata battuta, e nemmeno poca. Il percorso discografico di Dylan proseguirà senza sosta, ma questo disco natalizio è stato molto più importante rispetto a quanto la critica e il pubblico vogliano farci credere. 

Riascoltare per credere Christmas in the Heart.


mercoledì 13 dicembre 2023

Il 2023 di Bob Dylan in pillole

Il 2023 di Bob Dylan in pillole

 

Gennaio

Il 27 gennaio viene pubblicato The Bootleg Series Vol. 17: Fragments – Time Out of Mind Sessions (1996–1997) è il titolo del diciassettesimo album discografico di Bob Dylan appartenente alla serie Bootleg Series, pubblicato nel 2023 dalla Legacy Records.

La compilation include una versione remixata dell'album Time Out of Mind, outtake, versioni alternative e dal vivo di vari brani dell'epoca. Il disco è stato pubblicato in una versione standard su due CD e in versione estesa come cofanetto box set da 5 dischi.

Febbraio

Prosegue la mostra “Retrospectrum” al MAXXI di Roma, dedicata alle opere di Bob Dylan. Per l’occasione viene pubblicato anche il catalogo, col titolo omonimo della mostra.

Aprile

Il 6 aprile, con la data di Osaka, Bob Dylan torna in tour. Questa volta tornerà anche in Europa e suonerà per cinque serate in Italia, a Luglio, con due date a Milano, una a Lucca, Perugia e Roma.

Giugno

Viene pubblicato in versione Cd e DVD la colonna sonora del film Shadow Kingdom, 40esimo lavoro in studio di Bob Dylan. La scaletta non contiene inediti e bonus track, fatta eccezione per la traccia strumentale Sierra’s Theme. 

In termini di archivio, la pubblicazione getta nuova luce sull’operazione Shadow Kingdom, in quanto svela chi ha partecipato alle sessioni in studio di questo progetto. Si tratta di vecchi e nuovi collaboratori, che non sono le persone che si erano viste in video. 

Tra questi citiamo Jeff Taylor alla fisarmonica, Don Was al contrabbasso e T-Bone Burnett alla chitarra. Dylan quindi non utilizza la band che è solito accompagnarlo sia in tour che nei dischi in studio. Una novità assoluta, per questi anni più recenti.

Agosto

L’11 agosto muore il chitarrista, cantante e compositore Robbie Robertson. Robertson, membro di The Band, è stato per lungo tempo collaboratore di Bob Dylan, sia in studio (Blonde on Blonde, The Basement Tapes, Planet Waves) che dal vivo (1966 e 1974). Era nato il 5 luglio 1943 e da tempo stava combattendo la sua battaglia con il cancro.

Settembre

Viene pubblicata la compilation Mixing Up The Medicine / A Retrospective, cd antologico che funge da accompagnamento al mastodontico volume cartaceo dal titolo quasi omonimo: Mixing up the Medicine, realizzato da Parker Fishel e Mark Davidson ed edito da Callaway Arts & Entertainment, in lingua inglese. 

Ad oggi non ci sono informazioni su una possibile traduzione e pubblicazione in lingua italiana.

Sabato 23 settembre, sul palco del Ruoff Music Center di Noblesville, Indiana, per il Farm Aid 2023, accompagnato dagli Heartbreakers di Tom Petty, Dylan ha eseguito per l’occasione con la chitarra elettrica tre brani dal suo repertorio storico, Maggie’s Farm, Positively 4th Street e Ballad of a Thin Man.

Novembre

Viene pubblicato The Complete Budokan, live che documenta i concerti del tour giapponese del 1978. Il cofanetto deluxe include 4 cd che testimoniano le due serate del Budokan, con i soliti gadget, libri e memorabilia delle grandi occasioni. 

Il costo del box è importante, ma getta nuova luce e rivaluta parzialmente la precedente pubblicazione del live di Budokan, album live doppio pubblicato durante la primavera del 1979.

Dicembre

Il 3 dicembre con il concerto di Evansville, IN si conclude la sezione del World Wide Tour dedicata al 2023.

Il 14 dicembre viene pubblicata in edizione limitata 50th Anniversary Collection: 1973.

Si tratta di un cd composto da 28 tracce, perlopiù inedite, tratte dalle sessions della colonna sonora di Pat Garrett & Billy the Kid di Sam Peckinpah.

Ecco ora la sezione dedicata ai principali anniversari del 2023

The Freewheelin’ Bob Dylan festeggia i 60 anni dalla sua prima pubblicazione. Era il 27 maggio 1963. 

-        Pat Garrett & Billy the Kid, prima colonna sonora realizzata da Dylan, festeggia 50 anni dalla sua pubblicazione. Lo stesso discorso vale anche per la pellicola, la cui prima proiezione avveniva il 23 maggio 1973. La sera prima del compleanno di Bob!

 Compie 40 anni anche il disco Infidels, ventiduesimo lavoro in studio pubblicato il 27 ottobre 1983. Il disco, che già ai tempi venne salutato come un ritorno, oggi è considerato tra le prove più convincenti della discografia dylaniano post anni Settanta.          

Compie 30 anni anche World Gone Wrong, 29esima prova in studio che presenta esclusivamente materiale non autografo, essendo composto da cover di canzoni folk tradizionali, eseguite da Dylan in solitaria con l’accompagnamento di chitarra acustica e armonica.

-         Compie 30 anni anche la registrazione del concerto The 30th Anniversary Concert Celebration, pubblicata per la prima volta il 24 agosto 1993. Il live documenta la serata di tributo realizzata il 16 ottobre 1992. Allo spettacolo hanno partecipato numerosi tra i principali artisti della musica rock statunitense e britannica - già collaboratori dell'artista di Duluth - che salutavano con la loro presenza e con l'esecuzione di cover dei classici dylaniani la carriera del cantante.

-         Compie poi 20 anni anche la colonna sonora del film Masked & Anonymous: Music from the Motion Picture. Il film era uscito nelle sale americane durante l’estate del 2003.