sabato 28 marzo 2020

Dark side of the American Pie (Pt. 3)


Impressioni sul brano "Murder Most Foul" di Bob Dylan


Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,
I'm not sleepy and there is no place I'm going to.
Hey! Mr. Tambourine Man, play a song for me,

In the jingle jangle morning I'll come followin' you.

Ci sono Shakespeare, Allen Ginsberg, Lee Harvey Oswald e una miriade di rimandi e citazioni, in questo nuovo brano pubblicato, a sorpresa, il 27 marzo da Bob Dylan. Murder Most Foul, questo il titolo di un nuovo capitolo della saga dylaniana, partita nel lontano 1962 con le prime due canzoni scritte di proprio pugno, Talkin' New York e Song to Woody.

Il testo nella prima parte racconta dell'omicidio di JFK avvenuto a Dallas, nello stato del Texas, quel maledetto 23/11/1963. Un'ossessione tipicamente americana, visto che anche lo scrittore horror Stephen King, vi dedicherà un pregevole romanzo di fantascienza, pubblicato nel 2011, che avrà in seguito una riduzione televisiva, realizzata da J. J. Abrams nel 2016, con protagonista James Franco. Da ricordare anche il monumentale affresco filmico realizzato da Oliver Stone. nel 1991, con un cast all-stars, guidato da un Kevin Costner in stato di grazia. Ma sto divagando!

"Murder Most Foul" è la prima nuova canzone autografa di Dylan in otto anni: un affascinante ritratto sul quadro storico dell'assassinio di JFK, ricco di dettagli culturali pop e che fotografa, in modo nitido, il terrore apocalittico e il mutamento sociale dell'epoca. Una ricca e struggente cavalcata, dove il Nostro non lesina uno stile dichiaratamente in debito nei confronti di Allen Ginsberg e della poesia beat. Bob Dylan avrà forse percepito che era giusto pubblicare questo brano, proprio ora che il mondo è alle prese con la pandemia da Covid-19. Lui, più di altri, con il tempo e con la storia, ci gioca da anni. Strano poi notare come ci sia stata simultaneità, per questo brano, pubblicato lo stesso giorno in cui Papa Francesco prega per la fine dell’Epidemia. Bergoglio prega sotto una dura dura pioggia, in un clima da Giudizio Universale, che pare davvero fare da contraltare a una canzone apocalittica del Dylan anni sessanta, settanta e novanta (sì, ometto di proposito gli anni ottanta!). Non sarà il più grande intellettuale in vita, ma di sicuro è tra gli artisti più influenti della sua epoca, ed è ancora in vita. È un brano evocativo e di rara potenza, almeno a livello testuale.

Una sorta di Requiem, sul sogno che tramonta. Sull'America idealista degli anni sessanta, che ha sicuramente un legame forte e una connessione con l'attualità. Non può essere un caso che questa canzone, presumibilmente in archivio da anni, sia apparsa proprio oggi, dopo le dichiarazioni di Donald Trump: un leader politico in cui Bob Dylan non può certo rispecchiarsi, né riconoscersi. La morte che sfida la vita, la rassegnazione contro la speranza. Ed è tutto racchiuso nei versi finali:

Play darkness and death will come when it comes
Play "Love Me Or Leave Me" by the great Bud Powell
Play "The Blood-stained Banner", play "Murder Most Foul"

Una perfetta e circolare chiusura del cerchio, con un brano che per certi versi sembra ricordare e citare un altro pezzo epico ed epocale. Un brano sulle speranze e sui sogni di una generazione, all'epoca forte dell'energia vitale della giovinezza:

With all memory and fate driven deep beneath the waves,
Let me forget about today until tomorrow.

Che sia questo un congedo definitivo per il cantautore Premio Nobel per la letteratura 2016?


Dario Greco 

1 commento:

  1. Non so se sia il congedo di Bob Dylan, questo straordinario Murder most foul. È una lamentazione funebre in stile kaddish, rivisitato in termini moderni e surreali, come solo bob Dylan è capace di fare. Che l'assassinio di Kennedy avesse segnato la fine di un'epoca e l'inizio di un periodo terribile di violenza e sconvolgimenti sociali, Dylan l'aveva già detto nell'album "the times they are a changin'" del 1964.un altro grande spartiacque, la fine del Vietnam, nel 1975, e la Rolling dello stesso anno...sto correndo troppo. Grazie! Carla Cinderella

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