domenica 15 novembre 2009

Recensioni masterpiece dylaniani - II



Parte Seconda – Street Legal (1978) di Stefano C


Non è semplice scrivere di un album dove già è stato scritto tanto e troppo. Street Legal è stato sezionato frammento per frammento, dal titolo del disco alle foto dell’album. Partendo dalle foto si può dire qualche cosa? La foto in front mostra Dylan con in mano una giacchetta in pelle nera che aspetta qualcuno o qualche cosa? All’interno sta accendendosi una sigaretta in un banco a prendersi del caffè assieme a due persone di colore? La back cover sempre Dylan “in versione Cristo” che ascolta la donna di colore: forse è una delle coriste? Ci sono molte domande quando si parla di Dylan e anche lui nei suoi testi ne pone altrettante quasi che tu debba trovare la risposta, o almeno ti pone davanti ad un bivio.

Uscito nel 1978 il cd è, secondo il mio punto di vista, molto piu’ bello e grandioso di altri, tipo appunto Blood On The Tracks, che danno in tanti come capolavoro dylaniano. C’e’ la song iniziale che è strepitosa. La Changing Of The Guards, ripresa ultimamente in Twelve e in LiveAction da Patty Smith. Per struttura musicale e testo è una ballad tipo Hurricane. E’ uno dei classici pezzi di Dylan lunghi come Idiot Wind. Potrebbe andare avanti fino all’infinito senza stancare mai. C’è quel mix tra batteria e sassofono che sembra di ascoltare una marcetta dylaniana.

Il testo visionario poteva andar bene per un film o nel film “I’ m not There” nel segmento interpretato da Richard Gere, tra teste rapate di Apollo, uomini e donne disperati, soldati di fanterie, mercanti e ladri. Come non poter parlare bene di No time to think? Il testo è fenomenale e la musica incantevole. La voce di Dylan, poi è tra le migliori di sempre.
Credo che la voce di Dylan di questo periodo sia la migliore di sempre per quanto riguarda i lavori in studio ma anche per i live-action, anche se nel tour del 1974 Dylan raggiunse una gamma vocale insuperabile, la migliore in assoluto. Ma lasciatemi dire che in questo album che e’ stato rimasterizzato poi infinite volte c’e’ un brano che considero tra i piu’ grandi di Dylan.

E’ una song misteriosa. Dylaniana allo stato puro come dicevo, uno di quei brani dove si fanno più domande ma che nell'insieme risulta essere infarcito di attese e sospensioni ipnotiche temporali “dove stiamo andando, ”Quanto tempo ancora”, ”Mi sembra di esserci già stato qui, non e’ cosi’ Senor?”Chi posso contattare?” e che lasciano l’ascoltatore come se avesse una serie di visioni con Dylan inginocchiato che canta la sua anima. Senor è un pezzo di Dylan per eccellenza. Dopo averlo ascoltato centinaia e centinaia di volte, credo di non essermi fatto sfuggire nessuna versione live. La classica Baby Stop Crying è dal refrain incessante, martellante, ma è il modo cantato di Dylan qui che mi piace, sempre con il saxofono alle spalle e le coriste che fanno il loro dovere alla grande. E che dire di “Is your love in Vain”? Dylan è stato accusato di imitare Elvis in questo periodo, e prendere la via di Las Vegas. Non lo so, come stanno le cose, fatto sta’ che ascoltando questo brano c’è l’universo Dilaniano che gira attorno ad una donna intesa come simbolo di tutte le donne. Grande song e testo. L’ultimo brano è grandioso quanto il primo che apre l’album. Where are you tonight, dove sei stanotte? E’ piu’ bella di che ne so, rispetto a Tangled Up in Blue (?) e’ musicalmente piu’ valida,mettetela sù e ascoltatela con il testo in italiano davanti, oppure mettete i due testi a confronto e ditemi se non e’ vero!!

Stefano C

(NDR – Johnny Basement)

“Impiegammo una settimana per realizzare Street Legal: lo mixammo quella seguente e quella dopo ancora uscì. Se non fossimo riusciti a farlo tanto in fretta, non sarebbe mai uscito, perché dovevamo assolutamente tornare on the road” (Bob Dylan)


A diritto di replica considero Street Legal, (18esimo lavoro in studio per Dylan) un "quasi" capolavoro, come dice anche il critico rock e (personal) guru spirituale Paolo Vites. L'unico vero difetto di Street Legal è quello di collocarsi fra i più fortunati Desire e Slow train comin ', e di non chiudere il poker d'assi inaugurato con Planet Waves e seguito da Blood e Desire. Forse era chiedere troppo ad un uomo tormentato come Dylan in quel periodo e il lavoro beneficia di questo nervosismo e di questa intensità, ma manca di spessore e lucidità in certe soluzioni d’arrangiamenti.

Se mentre in Blood e Desire, le scelte minimali d’arrangiamenti, (i ripensamenti sull’organico delle session) o un sound, pieno e d'impatto come il violino e le percussioni di Desire, hanno apportato beneficio alla resa finale; qui, a volte, c'è molta baraonda e non un'idea unitaria di sound. In più il tallone d'Achille del disco è quel sax (in aggiunta ai cori gospel un po’ kitsch) che a mio avviso con Dylan, col suo mondo musicale non ha prodotto quell’alchimia che invece altri artisti, (Springsteen, Morrison o Waits) sono riusciti a ricreare con maggior efficacia e fortuna.

Volevo segnalare, oltre alla recente cover di Patty Smith per Changing Of The Guards, le magiche ed ipnotiche versioni di Senor, la prima eseguita da un Jerry Garcia in stato di grazia (Masked and Anonymous OST) e l’altra dal combo Willie Nelson & Calexico (I’ m not there OST)

8 commenti:

  1. Patty Smith - Changing of The Guards - Live 2007

    http://www.youtube.com/watch?v=wswMU0RaP_Q


    Stefano C.

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  2. Album sottovalutato , meritava di più dalla critica !

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  3. Nota di Alessandro Carrera:
    "Due temi si affrontano in quest'opera: il caos, l'incomprensibilità delle cose e l'amore, ma l'ottica sta cambiando. Dylan ripensa ai 16 anni della sua attività in termini elusivi, sfuggenti, pensa alla possibilità di un «cambio della guardia» ma non si spiega, o non vuole spiegarsi chiaramente. Solo su una cosa è chiara, e cioè che niente è chiaro, niente può essere detto nè deciso. No time to think è una testimonianza di totale impotenza interpretativa: le ideologie e le scelte possibili si affollano senza ordine e senza gerarchia, e scegliere è totalmente arbitrario a meno che, come nella vecchia I shall Re Released, la verità non venga dall'esterno. Dall'amore non c'è più da aspettarsi molto. Da questo punto di vista Street -Legal è l'album meno sentimentale di Dylan. L 'amore vi ha preso una consistenza tutta prosaica. In Is Your Love In Vain? Dylan chiede senza mezzi termini alla donna se sa cucinare e badare
    alla casa, perchè la loro vita sarà fatta anche di quello. Le canzoni più generiche, che qui più che altrove sembrano messe apposta per riempire un album che sarebbe completo anche
    con tre brani in meno, sono anch'esse prive di drammaticità e di sentimentalismo: sono delle semplici schermaglie tra fidanzati. Solo in Senor la donna torna a farsi inquietante, ma non è la sua presenza bensì la sua assenza, che rende intollerabile l'attesa al protagonista, in un luogo che per lui è straniero. Dylan sembra così aver completamente esaurito tutte le sue tematiche: finite tutte le utopie, da quelle sociali a quelle personali, finita la possibilità di trasformare l'accettazione del caos
    in forza positiva, in rinnovamento vitale"

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  4. Vorrei aggiungere come nota mia personale che in Senor Dylan secondo me e ne sono convinto come un modesto fan, si rivolge al Signore o Dio o a qualche cosa di sovrannaturale.
    Anche se il titolo prosegue con "Tales of Yankee Power" non ci vedo la storia del padrone e della sua oppressione sullo schiavo.Ci vedo altro,ci vedo un Dylan che chiede aiuto non verso se stesso ma verso l'esterno,chiede di farsi forza e camminare assieme al suo Senor,il divorzio con Sara e' vicino,la tempesta sta' arrivando o gia' e' iniziata"....posso avere ancora un po' di tempo Senor?" come dire posso ancora respirare un altro po' o debbo finire all'Armaggedon?

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  5. bellissima recensione! mi avete fatto venir voglia di riascoltare Street Legal e Budokan.
    continuate così. va forte questo blog!
    a presto,
    spero

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  6. D'accordo sul considerare "STREET LEGAL" un album sottovalutato, e d'accordo anche sul capolavoro "CHANGING OF THE GUARD" e sui grandissimi pezzi "SENOR" e "WHERE ARE YOU TONIGHT".
    Sul confronto con "BLOOD ON THE TRACKS" sono invece un pò meno d'accordo. BOTT è secondo me decisamente superiore. I noti tormenti di cuore e anima di DYLAN, riflessi in ogni canzone di questo album, coinvolgono emotivamente come forse nessun altro suo album, e poco importa se siano davvero frutto solo del dolore per il suo tormentato rapporto con Sara(come dichiarato da Jackob e da altri) o di chissà quante storie messe insieme, quello che importa è che in BOTT ogni canzone, ogni parola, ogni respiro di DYLAN, viaggiano dalla sua Anima alla tua, dal suo Cuore al tuo.
    In questo album c'è la vera Anima e la vera forza e unicità assoluta di Dylan.
    PRendiamo ad esempio "IF YOU SEE HER SAY HELLO": quando Dylan pronuncia la parola "se-pa-ra-ti-o-n-n-n" la distorce fino a farti sentire addosso cosa abbia significato per lui -e cosa significa per ognuno di noi- vivere quella separazione, e ogni volta che dice "her" la sua voce avvolge quell' "her" in un abbraccio straziante, e le parole vengono trasformate in Emozioni, e questo solo Dylan sa farlo.

    Marco On The Tracks

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  7. ciao marco "on the tracks"...
    nessuno discute Blood, anzi riteniamo sia IL CAPOLAVORO DYLANIANO!
    e Johnny ha espresso il suo giudizio nella sua rece...
    il discorso di Stefano è ke dal suo punto di vista Street legal, appartiene musicalmente ad un genere in cui dylan, dopo aver lanciato il guanto di sfida, ha lasciato per oltre 10 anni la parola ai suoi discepoli senza più tornare sull'argomento...
    credo sia più musicale, ke testuale o del cantato...
    Street è pop, orecchiabile, a tratti quasi ballabile...
    mentre Blood ci da un artista maturo, serio e riflessivo...
    io personalmente nn ho dubbi nel preferire Blood

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  8. anch'io preferisco BOTT, seppure con Dylan non è comunque semplice poter fare un paragone tra album, sia per la longevità artistica di Bob, sia per i differenti generi musicali affrontati da Bob in tutta la sua strepitosa e irripetibile carriera musicale.
    Street Legal è, a mio parere, per metà un grande album, mentre per l'altra metà è soltanto un discreto album, e quindi lo ritengo un album capolavoro sfiorato, anche se una sua recente rimasterizzazione ha dato nuova vita ad alcuni pezzi che meno avevo apprezzato nella versione originale.
    Comunque io ogni giorno, da anni e anzi da sempre mi sveglio e la prima cosa che faccio è ascoltare "Changing of the guard", quindi lungi da me l'idea o anche solo il vago pensiero di voler criticare "Street Legal".

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