Secondo un modo di pensare convenzionale, è più semplice scrivere di argomenti che ci appartengono e che ci stanno maggiormente a cuore. Personalmente ritengo sia un luogo comune da sfatare. New Morning di Bob Dylan è uno dei motivi per cui mi sono avvicinato a questo autore. Era il 1998 e al cinema usciva il film dei fratelli Coen, Il grande Lebowski. Io avevo diciannove anni e mi trovato a Roma quando la pellicola venne distribuita in Italia. Purtroppo tra le città dove il film uscì non c'era Cosenza, quindi dovetti aspettare che venisse riproposto per una rassegna di cinema d'essai in seconda visione.
Ero già un
discreto appassionato di film e tra i miei preferiti c'erano proprio i Coen
assieme a Kubrick, Scorsese, Lynch, Polanski e Quentin Tarantino. Dei
Coen avevo amato e mandato a memoria i vari Arizona Junior, Barton Fink,
Blood Simple e soprattutto Fargo. Non sapevo niente di questo nuovo
film, ma appena vidi il suo manifesto intuii che aveva del potenziale per
essere qualcosa di diverso, nuovo, divertente e stimolante, almeno per uno come
me. Di Bob Dylan sapevo che era un grande autore di testi e di canzoni,
ma non lo ascoltavo ancora, o meglio, conoscevo quei 15-20 pezzi che per
cultura personale e distratta, mi era capitato di beccare, in film, nei
passaggi radio o in trasmissioni tv a tema musicale tipo Help di Red
Ronnie. Ok, sto divagando. Flashforward: ho visto e rivisto Il Grande
Lebowski e grazie a una VHS mando a memoria il brano che accompagna i
titoli di testa del film. Si tratta di The Man in Me. Un pezzo "minore"
di Dylan, solo che qui non sembra il cantante che aveva imparato a distinguere.
È un cantante diverso, con un piglio allegro, quasi ironico. Da qui in poi
gradualmente cado nel vortice e nel pentolone come un gallo da combattimento in
preda al folk-blues. Grazie a un amico comune recupero un po' di LP e mi metto
sul mio giradischi Philips che in quel momento fa ancora il suo sporco
lavoro. Ascolto quindi dischi come Infidels, Nashville Skyline, Another Side
of Bob Dylan e soprattutto New Morning. BOOM! Mi piacevano già
alcune cose come Eric Clapton, Sting, R.E.M., Neil Young e aveva
iniziato ad appassionarmi a Bruce Springsteen grazie a dischi come The
River e Born to Run. Però l'effetto che mi fece un disco sulla carta
tranquillo e "minore" come New Morning di Bob Dylan,
pubblicato il 21 ottobre del 1970, me lo fecero poche cose. Da lì fu una
ricorsa matta per reperire tutti i dischi, le musicassette e i cd possibili di
Dylan. Ricordo che mio fratello aveva registrato una trasmissione su Rai 3,
Schegge, dove c'era una porzione di uno speciale tv del 1976, HARD RAIN. Un
vero battesimo del fuoco sacro dylaniano per me.
New
Morning non avrà il
passo dei capolavori anni sessanta e non sarà un disco che cambiò la storia
della musica, ma cambiò la mia vita, ed è per questo che ve ne parlo con
sentimento e a cuore aperto che sgorga emozione, ricordo, rabbia e tensione.
Prima di tutto non ci sono brani troppo lunghi. Quindi se uno è leggermente
curioso se lo può ascoltare e riascoltare anche 3-4 volte al giorno. Questo è
un approccio che mi direte si può applicare anche ad altri dischi, non solo di
Dylan, ma di tutto il pop minimale fini sessanta e inizio settanta. Purtroppo
però non sono un fan di Cat Stevens o di James Taylor e scoprirò Elton
John solo diverso tempo dopo. Conoscevo già Joe Cocker e quando recuperai
alcune sue cose mi fece piacere ascoltare la sua versione un po' reggae di The
Man in Me. Oggi so che questo disco nasce da diversi approcci, tra cui
la composizione di una colonna sonora teatrale per un pièce di Archibald
MacLeisch dal titolo Scratch. Leggo con piacere uno dei capitoli più
ispirati di Chronicles - Volume 1, dedicato proprio a questo disco di
transizione.
È bello "new morning", non stanca e non annoia. " Three Angels" e "father of night" arrivano dritto al cuore, lo consolano, lo rallegrano, gli danno gioia e speranza. Ciao. Carla Cinderella
RispondiEliminaÈ bello "new morning", non stanca e non annoia. "Three Angels" e "father of night" arrivano dritto al cuore, lo consolano, lo rallegrano, gli donano gioia e speranza. Grazie. Carla
RispondiEliminaDisco meraviglioso. Sono d'accordo con te. Grazie per il commento.
RispondiEliminaDario Twist of Fate
Non so se si possano fare domande, ma ci provo : perché definisci "if dogs run free" "un affresco beat"? Grazie. Carla
RispondiElimina"Winterlude" is followed by "If Dogs Run Free", a beat jazz paean, featuring scat-singing Maeretha Stewart as a guest vocalist and Al Kooper on piano. (Fonte: Wikipedia)
RispondiEliminaNon trovi abbia dei punti di contatto con i reading di Ginsberg e ancora di più con quelli di Jack Kerouac? :)
Carla, tieni comunque conto del fatto che questo pezzo non fa parte della retrospettiva critica dedicata a Bob Dylan. E' un pezzo più personale e libero, sui ricordi e su come ho scoperto New Morning. Come spiegato nell'introduzione. Per me Dylan deve tanto a Kerouac e in generale alla Beat Generation, non solo in questo singolo episodio, ma più in generale, specialmente nella produzione discografica anni sessanta e settanta. :)
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