sabato 10 dicembre 2022

On the Tracks (Rail Car)

"Ho visto treni fin da piccolo e mi hanno sempre fatto sentire al sicuro. I grandi vagoni merci, i vagoni del minerale di ferro, i treni passeggeri, i vagoni Pullman. Non c’era posto in cui andare nella mia città natale senza aspettare agli incroci che lunghi treni passassero." (Bob Dylan Chronicles: Volume One)

L’arte di Bob Dylan non si limita alla creazione musicale. Lo sapevamo già da tempo. Eppure nessuno avrebbe pensato, fino a qualche decennio fa, che l’artista statunitense ci sapesse fare anche con la pittura e, in misura forse maggiore, con la scultura.

Sul binario di una vecchia linea ha posizionato il suo treno delle meraviglie “Rail car”, trovando nel vigneto Château La Coste il luogo in cui fondere l’opera con l’ambiente in un’armonia perfetta da farla sembrare concepita per stare là. L’opera dialoga con il paesaggio costituito dal vigneto, un luogo non incontaminato, ma rappresentativo del lavoro dell’uomo attraverso le stagioni e gli anni, nel perfetto stile della filosofia di Dylan, mentre non sarebbe stato consono un ambiente espositivo chiuso, che l’avrebbe concettualizzata dando poco spazio ai pensieri e all’immaginazione richiamati spontaneamente dalle sue forme e dai suoi vuoti. Vuoti che sembrano finestre sul tempo, sulle stagioni in un gioco totalmente mentale e di contemplazione.

Quest’opera è così: viva come il pensiero (e le mani) che l’hanno prodotta, grazie anche all’aria e alla luce che vi circola all’interno. É concepita per durare nel tempo come le rotaie su cui è posizionata, come il suo materiale e come i pezzi che usa per la composizione, che danno un senso di non resa premiata con nuova vita. Il ferro rappresenta l’uomo che forgia il mondo, ma anche l’artista che forgia il senso.

Dylan pensa allo spazio, al tempo e alla storia, anche quella che verrà. Lo ha fatto finora molto bene con le sue canzoni, ma adesso questo percorso prosegue in una forma e tramite una disciplina artistica più precisa, più visibile, se possibile meno ambigua, rispetto alle sue canzoni. 

Ci troviamo di fronte un esempio positivo, ottimistico, in ogni caso, visto che l’artista è maturo e consapevole del fatto che tutto si trasforma e che la sua opera deve essere aperta. Soprattutto quando si ragiona in termini di spazio e di strutture e regole di una disciplina concreta, dove il materiale utilizzato è destinato ad invecchiare bene, come il buon vino, come le sue canzoni che da più di 50 anni fanno da colonna sonora a questo mondo politico. C’è un lento treno che sta arrivando, lungo i binari dell’ispirazione dylaniana. Ieri come oggi, oggi come in un tempo indefinito, evocativo.

Citando Robert Frost: "Profondi e scuri sono i boschi e belli, ma ho promesse da mantenere e miglia da percorrere, prima di dormire." C’è più di un’idea, c’è il mondo delle idee. Il tempo ridisegna tutto e Dylan lo asseconda con mestiere e conoscenza.


Rosaria Grisolia

Con il contributo di Dario Greco


Bob Dylan – Drawn Blank in Provence
Château La Coste

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